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Anna Elvira Cuomo
Anna Elvira Cuomo, nata a Taranto, città in cui vive e lavora, si definisce “narratrice per diletto, pensatrice per difetto”. Ama narrare in lirica e in prosa, poiché scrivere per lei è un momento ludico ma anche di catarsi. La scrittura, di fatto è una passione che coltiva e custodisce gelosamente. ... (continua)
La sua poesia preferita:
Tu che non hai
Solo mi immergo
in lacerati panni
avanzando mesto
osservo i vostri affanni
sei tu che passi
e non mi guardi
più solo di me
senza neanche i ricordi
mentre io
che la mano vuota ti porgo
in lacrime calde
ricordo
e... dopo attenta, scrupolosa, puntuale
analisi transazionale
m’è d’uopo ristabilir, ciò ch’è privo di reale
poiché non v’è esistenza
nell’effimera apparenza
sicchè...a dispetto della fenomenologia
dei sintomi connessi
e degli effetti
ciò che... leggi...
L'Immenso
L'immenso che è dentro di me
non ha eguali,
assorbo tutto ciò
che è intorno a me
e lo faccio mio
e più ne raccolgo
e più vedo Dio.
L'immenso del Suo amore
non è uguale ad alcunché
e subito... leggi...
A mani giunte
Come s’inventa un cielo nuovo
all’improvviso
come da un pianto scaturisce
un sorriso
se di rimpianti
è lastricato il selciato
e dei ricordi resta solo
un fiato
quel fiato caldo
che lambì i capelli
sotto un cielo
oggi a brandelli
app (pp) icc (cc) ica
- opp (pp) rime -
nott (tt) e dopo nott (tt) e
dopo nott (tt) e
irr (rr) ompe roboante
il silenzio dell (ll) a luna
nel chiacc (cc) hiericc (cc) io stell (ll) are
frastuono... leggi...
Le storie che non esistono
Esistono storie che non esistono,
bellissime e tragiche,
nascono e s'evolvono
non muoiono mai
perché
non può morire
...-...-...-...-...-...-...-...-...-...-...-ciò che non esiste
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Considerazione dell'autore
«Quando è il dolore a farti compagnia, lo vomiti in una poesia»
Inserita il 18/10/2011
Anna Elvira Cuomo
Lui (il dolore)
Introspezione
Il dolore non ha età
non ha metro
né misura
Il dolore è di chi lo patisce
chi lo vede dal di fuori
Vede solo i suoi colori
mentre fiorisce
Il dolore
Corrode e usura;
chi lo porta in grembo
lo culla,
lo cura e lo alleva
come fosse una sua creatura
Il dolore non ha sesso
assale chiunque
senza chiedere permesso
prima affatto lo riconosci
ti abitui a lui
non lo lasci
Il dolore si compiace
Di quello che riesce a fare
gioca con il suo padrone
quasi a complice diventare
Il dolore puzza!
Tutti fa allontanare
Il dolore può essere tuo amico
E resti solo,
le sere,
quando ti scopri
ad inventare mille modi
per andare
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
Nota dell'autore:
«L'opera d'arte qui raffigurata è della mia scultrice/pittrice preferita RABARAMA (al secolo Paola Epifani)
Si danza con lui, al ritmo della mia musica, cercando di "ammaliarlo" e sottometterlo... diventando sue "puttane" pur di costringerlo al nostro volere, ci sottomettiamo per chiedergli una grazia
quella di lasciarci in pace...»
Commenti di altri autori:
«è una compagnia che non piace a nessuno, ma a chi capita purtoppo lo deve sopportare. magistralmente metti il dito su una piaga che abbiamo assaporato tutti... messa così in poesia è una stupenda riflessione umana... come divina poetessa che ti fa onore... questo poetare sul dolore ... lo fai diventare affascinante... che meravigliosa bravura... abbraccio»
«E'...difficile dire cosa mi trasmette questa tua poesia...è un colloquio con sè stessi, cercando un altro nome per quella morsa che stringe sempre di più,ma non abbastanza per far sparire per sempre la sofferenza. Una lirica che trovo grandiosa, densa di emozione amara e consapevolezza.»
«Anna, il dolore lo descrivi personificandolo, segno del fatto che "lui" stesso può assumere le sembianze di un essere umano in sè...mi hanno colpito le similitudini riferite al dolore; mostrano una familiarità ed una conoscenza ravvicinata con questa "compagnia"...questa poesia si inserisce bene nella serie delle tue. La forma è sempre piacevole e leggera da leggere, in contrasto con la serietà del contenuto... chapeau!»
«Composizione veramente d'alto lignaggio. L'unica cosa che mi disturba un poco è quel "puzza" buttato lì ma il dolore si merita anche di peggio. Personalmente credo che soffrire sia una delle tante afflizioni dell'anima che non possa essere trasmessa a " chicche e sia" (Totò) Brava Anna però, ogni tanto, guarda anche oltre te stessa. (prezzo di questo commento: un bacio (IVA compresa)»
«Ho sempre sostenuto che il dolore non si possa condividere. E' una pelle che aderisce alla nostra, è una morsa che stringe e soffoca, una possessione assoluta che si compiace della nostra esclusiva compagnia, che ci plasma, ci incatena, ci dilania a poco a poco come l'aquila di Prometeo... il dolore...»
«il dolore fa compagnia... si, si gran compagnia! ma crea anche alibi... a lui vengon date tutte le colpe, anche della nostra scarsa "voglia" di viverlo! e di vivere la vita, andandogli incontro, invece di scontrarsi con essa. malinconicamente bella... ma come ha detto 'i Tarabella... bisogna anche saper guardare oltre!»
«Bella considerazione tanto profonda da mettere i brividi. E' difficile, secondo me, mettere in versi qualcosa che si accosti al tema da te proposto ma sembra che tu ci sia riuscita egregiamente, lasciando nell'animo del lettore severe note di inquietudine.»